La realtà aumentata per la fruizione delle opere d’arte contemporanea on-site

Abstract [ita]

Il testo cerca di riflettere criticamente sulle potenzialità offerte dai nuovi strumenti digitali, in particolare dalla realtà aumentata, nell’ambito della fruizione delle opere d’arte contemporanea all’interno delle istituzioni deputate alla loro esposizione. Tra gli obiettivi di questi spazi, siano essi musei o luoghi di altra natura, c’è sempre più anche il fine educativo, che si è finora concretizzato prevalentemente attraverso strumenti tradizionali e per lo più analogici. Da un punto di vista cognitivo però questi non sembrano essere particolarmente adatti a favorire l’assimilazione dei contenuti in relazione all’osservazione dell’opera d’arte.
Negli ultimi anni comunque le istituzioni espositive hanno iniziato a dotarsi di nuovi media per la mediazione culturale, in modo da fornire ai propri visitatori informazioni che possano agevolare la lettura (ma non l’interpretazione) delle opere. Attraverso l’analisi di due applicazioni che sfruttano la realtà aumentata, utilizzate qui come casi studio, e che poggiano rispettivamente su tecnologie indossabili (smart glasses) e su device mobili (tablet), il testo evidenzia i potenziali vantaggi dell’utilizzo di questi strumenti e allo stesso tempo sottolinea quanta strada si debba ancora fare prima di poterli utilizzare al meglio.

Abstract [eng]

The text tries to critically reflect on potentials offered by new digital instruments, particularly on Augmented Reality, in the field of enjoyment of contemporary artworks into those institutions that are deputy to their exhibiting. Among the objectives of those spaces, museums or other institutions, it is increasingly more important the educational purpose, that until now has been pursued through traditional, and mostly analogical, tools. However, from a cognitive perspective, these instruments don't seem to be particularly suitable in promoting assimilation of content during the observation of an artwork.
Starting from the last years however, exhibiting institutions began to equip themselves with new media for educational purposes, in order to transfer to their visitors useful information to facilitate the reading (not interpretation) of artworks. Through the analysis of two applications using augmented reality, here intended as case studies, respectively leaning one on a wearable technologies (smart glasses) and the other on mobile devices (tablet), the article underlines the potential benefits about using these instruments and at the same time it points out how far we still have to go before learning to use them at their best.